Località: ARELLANO (31263)
Indirizzo: Carretera Allo – Arróniz Km. 20
Zona: La Zona Media
Stile: Romano
Epoca di costruzione: I – V d.C
Descrizione
Si tratta di un sito archeologico romano situato a 6,5 Km. al sud di Arellano, a pochi chilometri da Estella. Il nome “Aurelianum” è l’origine del toponimo della cittadina.
Il sito è noto anche come “Villa delle Muse” per il ritrovamento dello spettacolare mosaico romano raffigurante “le Muse”. Quest’opera d’arte si trova nel Museo archeologico nazionale, ma è possibile ammirarne una riproduzione molto accurata nella sua ubicazione originale. Nel mosaico sono raffigurate le nove dee accompagnate dai loro maestri.
I reperti archeologici rinvenuti indicano che questa città fu costruita tra il I e il V secolo d.C. Gli scavi hanno consentito di individuare alcune costruzioni risalenti al I-III secolo d.C. legate alla produzione del vino, oltre ad altre di epoca successiva, per cui si presume che si trattasse di una lussuosa residenza di campagna legata al culto a Cibele e a suo figlio e amante Attide. Tra i rinvenimenti più curiosi si trova un tastevin di ceramica, che è diventato l’icona del museo.
La Visita
La visita al sito inizia in un edificio di costruzione moderna, una struttura di 2.411 metri quadrati che ospita il nucleo principale della villa. All’ingresso sono stati installati vari pannelli con informazioni generali, corredati da postazioni con leggii nei punti strategici del percorso.
Una passerella metallica agevola l’accesso alle varie aree. È stata usata ghiaia di due colori diversi per differenziare le fasi costruttive: il grigio indica le strutture risalenti al periodo compreso tra il I e il III secolo d. C., mentre il rosa segnala quelle del IV e del V secolo d. C.
Le costruzioni più interessanti del primo periodo sono il fumarium, un locale nel quale si faceva invecchiare artificialmente il vino con l’impiego del calore e del fumo, e la Cella vinaria o cantina, il cui valore è dovuto al fatto che sono stati conservati tutti i relativi elementi di produzione. Sono infatti esposte 15 dolias, grandi orci destinati a contenere il vino con una capacità media di 700 litri, e l’altare di pietra, che ricorda che le attività dedicate alla produzione del vino erano strettamente legate alle celebrazioni religiose.
Un’altra sorpresa della villa è la cisterna di 3 metri di profondità che serviva a raccogliere l’acqua piovana. Questo ritrovamento ha un carattere eccezionale in quanto questa costruzione era più tipica delle zone mediterranee.
Alla seconda epoca corrispondono le aree pavimentate con mosaici. Oltre a quello delle Muse, ve ne sono altri due: uno in una camera da letto e un altro nell’oecus o sala principale, di 90 metri quadrati. Entrambi alludono al culto a Cibele e ad Attide.